Una strada pericolosa?
Ci troviamo in Toscana, sul confine delle province di Lucca e Pistoia. Percorrendo la via che precede l'Appennino, attraversando la Val di Lima, è facile scorgere in lontananza un piccolo agglomerato di case in pietra che pare trovarsi in bilico su di un crinale roccioso. Poco più in alto, i resti di un'antica fortezza dominano tutta la valle.
Si tratta di Lucchio, un paese che ad oggi conta pochissime anime e che si trova in stato di quasi totale abbandono.
Il nome Lucchio deriva dal termine latino Lucus, che significa Bosco sacro, o più semplicemente Bosco e fa riferimento ai castagneti che circondano l'area, che hanno rappresentato per centinaia di anni la principale fonte di vita e sostentamento dell'intero abitato. I cartelli che precedono la svolta per raggiungere il borgo restituiscono immediatamente l'idea di un luogo inospitale.
Caduta materiali dall'alto, rischio piene improvvise, pericolo materiale esplosivo.
Tutto questo è dovuto alla presenza, proprio ai piedi della montagna, di una cava di pietra parzialmente dismessa. Lungo il corso del torrente Lima, si trovano inoltre numerose dighe ed opere idrauliche, a servizio delle cartiere e degli impianti idroelettrici locali.
Il paese verticale
Dopo aver percorso per alcuni minuti una strada asfaltata ripida e tortuosa, arrivo alle porte del paese. Ad attendermi c'è un'area di sosta sorprendentemente ampia ma completamente deserta. Questo richiama un tentativo naufragato di rilancio turistico del luogo, ipotesi che verrà confermata più avanti durante la mia visita. Da qui, si può godere di una vista panoramica sulla valle, ma la cosa che impressiona di più è senz'altro l'estrema verticalità adottata durante la costruzione del paese. Ed è proprio da questo, che alcuni detti locali hanno avuto origine:
Le galline a Lucchio hanno un paniere sotto la coda per evitare che le uova rotolino via.
Gli abitanti di Lucchio legano i figli all'uscio.
Un'altra cosa che colpisce è l'eccezionale coerenza cromatica delle abitazioni, che fa somigliare l'intero paese di Lucchio ad una gigantesca opera d'arte sapientemente scolpita nella roccia.
Un borgo quasi fantasma
Cercando in giro per la rete, molti definiscono Lucchio un vero e proprio paese fantasma. Gli ultimi dati relativi al censimento della popolazione (aggiornati a qualche anno fa, ma in costante diminuzione) contano poco più di una trentina di residenti. Una volta varcate le porte del paese, si notano alcuni sporadici segni di vita: qualche auto posteggiata all'interno della piazza, alcuni panni stesi, qualche camino fumante. Ma nessun rumore. È il silenzio a dar voce a questo luogo.


L'atmosfera è sospesa e dai tratti fiabeschi. Gli ambienti sono ben curati, ma per le vie del borgo non c'è anima viva. Come se a prendersi cura di questo luogo, fossero esseri invisibili, appartenenti ad una realtà che non è questa. In piazza, il circolo ricreativo e l'oratorio, nonostante siano chiusi al momento della mia visita, sembrano essere ancora in funzione.
Inoltrandosi più in profondità nel cuore del paese, la pulizia e la cura cedono il passo ad una progressiva ed evidente decadenza. Moltissime porte sono sprangate ed incatenate, come se nessuno dovesse mai più entrarvi. Pochi passi più avanti, dove i vicoli si fanno stretti ed i mezzi non riescono ad arrivare, ha inizio il mio percorso nella parte spettrale dell'antico borgo.
La chiesa si San Pietro a Lucchio
Percorrendo la via più antica che attraversa tutto l'abitato fino al sentiero che conduce alla rocca, si trova la chiesa di San Pietro.
Alcune documentazioni ecclesiastiche daterebbero questa chiesa tra la fine del 1100 e gli inizi del 1200, sebbene il suo aspetto attuale sarebbe da attribuire ad alcuni rifacimenti avvenuti attorno al 1600. Attualmente non funzionante e non visitabile, incastonata in un angolo nascosto del paese e circondata da abitazioni in rovina, la chiesa di San Pietro ha rappresentato per molti anni il luogo di culto principale per gli abitanti di Lucchio.

Dietro alla chiesa, è presente uno dei numerosi portici che rendevano comunicanti i vari livelli del paese, rendendo questo luogo particolarmente labirintico ed interessante da percorrere, e rimandando alla sua antica funzione strategica e militare.
Perdendosi fra i vicoli
Nell'area centrale, il borgo si snoda in strette vie, portici, gallerie e vicoli che si diramano dall'arteria storica principale. Alcuni di questi percorsi risultano essere estremamente ripidi, in modo particolare quelli più periferici, dove alcuni recenti crolli hanno reso il passaggio ancora più angusto - ma suggestivo. In questa complicata rete viaria, la vista non può che soffermarsi sugli svariati spunti e dettagli che questo paese offre: numerose fontane, antichi portali, misteriose raffigurazioni e scorci su frammenti di passato, per un viaggio nel tempo dove è possibile ammirare la stupefacente stratificazione di numerose epoche perdute.
La Rocca di Lucchio

La vetta della roccia su cui è addossato il paese, è dominata dalle rovine dell'antica fortezza di Lucchio. I primi documenti ufficiali che attestano la sua esistenza sono risalenti al 1327, ma è ragionevole credere che la sua costruzione risalga ad alcuni secoli prima. L'intera borgata si sarebbe infatti originata dagli accampamenti militari posti a difesa del castello intorno all'anno 1000. La sua posizione strategica, a picco sulla Val di Lima, ha reso questa fortezza un punto cruciale per la difesa dei confini Lucchesi. Lo stesso Castruccio Castracani la utilizzò come avamposto per ottenere il controllo dell'Appennino. Dopo anni di contenziosi sul dominio della Rocca, nel 1433 questa passerà definitivamente sotto il controllo di Lucca, mentre solo agli inizi del 1800 perderà la sua funziona militare, per essere trasformata in abitazione privata sotto la proprietà della famiglia Pacini.
Al momento della mia visita, la rocca è ufficialmente chiusa per lavori e circondata da una spiacevole rete da cantiere. Mi spingo solo un po' oltre per darle un'occhiata più da vicino.
Le case abbandonate di Lucchio
Ho lasciato per ultima quella che ritengo la parte più intima e viscerale di ogni esplorazione. A Lucchio, la maggior parte delle abitazioni si trovano in stato di abbandono. Alcune sono sigillate, altre hanno porte e finestre accostate, consentendo soltanto una timida occhiata sulla decadenza.


Ci sono ancora i nomi delle famiglie che vi abitavano impresse su targhe, cassette postali e sui campanelli. Molte strutture versano in condizioni talmente precarie da risultare inesplorabili. In altre, invece, si possono ammirare ancora le testimonianze delle ultime vite passate, prima che tutto venisse consegnato inevitabilmente alla mercé del tempo. Oggetti, ricordi, arredi. Tutto ciò che resta perché difficile da portar via, passando per gli angusti vicoli di Lucchio, il paese in bilico.