Le stagioni negli alberghi (abbandonati)

Le stagioni negli alberghi (abbandonati)

Alla scoperta dell'urbex e dei suoi significati.

Un interminabile pellegrinaggio alla ricerca di santuari perduti in attesa di essere riscoperti. Una vita passata a perdersi fra i luoghi abbandonati più suggestivi d'Italia.

Scenari desolati

La ricerca della desolazione è una scelta consapevole. Esiste un certo tipo di estetica, un'estetica misteriosa e decadente che, in qualche modo ancestrale, risuona confortevole e familiare. È un po' come trovare quel luogo dal quale tutti proveniamo, ma che da lungo tempo ormai abbiamo dimenticato. Un grembo materno fatto di niente, che ci ha sputato all'interno di una breve parentesi di esistenza, per poi attenderci fra le sue braccia infinite e terribili. Una fitta nebbia, un giardino incolto, una casa vuota. Le cose che rivelano la loro fragilità: una fragilità che, per la maggior parte del tempo, cerchiamo di nascondere.

Giardino dell'hotel abbandonato con la nebbia

Passato, presente e futuro (incerto)

E non è certo facile accettare che, un giorno, nelle nostre case si saranno insediati degli estranei. Non è facile da metabolizzare la rovina verso la quale tende, inevitabilmente, tutto quello che abbiamo conosciuto. In un certo senso, affacciarsi in quei luoghi che sono stati rinnegati, è come dare un rapido sguardo al futuro, per spiare in modo proibito quale aspetto hanno le cose che finiscono. Il vuoto e la desolazione, sono condizioni in attesa di esprimersi, con paziente ma inevitabile puntualità.

Santuari perduti

In un certo senso, si potrebbe dire che ognuno di questi luoghi abbia una sua sacralità. Lo svuotamento degli edifici abbandonati comincia sempre dagli oggetti che hanno un valore economico, finendo per consegnare al loro destino tutte quelle cose che hanno un valore puramente simbolico o affettivo. Ed ecco che ci troviamo di fronte a veri e propri templi dei ricordi, luoghi in cui rimangono soltanto quelle memorie che ormai non appartengono più a nessuno. Luoghi rinnegati, strumentalizzati e lasciati andare: in certi momenti, provo per essi una straordinaria e completa empatia.

Solitudini e silenzi

Ci sono luoghi in cui il sentimento di distacco dalla realtà è totale. Vi ritrovo uno stato meditativo fatto di adrenalina, scenari onirici e silenzi surreali. Documentare queste esperienze è un aspetto fondamentale, per provare a recuperare in seguito ogni significato che a prima vista era sfuggito. Muoversi tra le rovine, camminare nella nebbia, affrontare lunghi viaggi nelle foreste di notte: tutto questo, concorre a delineare un netto contrasto con l'apparente staticità di quella parte del mondo che, in realtà, sta procedendo con ostinazione verso la sua fine. Ma la fine, come sempre, non è che una trasformazione.

I luoghi più remoti della terra

Forse i luoghi più remoti della terra si trovano proprio dietro l'angolo. Viaggiare per migliaia di chilometri in lungo e in largo, non è sempre la soluzione migliore per prendere le distanze da tutto. Sicuramente, non è quasi mai la più praticabile. Città e paesi che per noi sono infinitamente remoti, rappresentano per altri luoghi estremamente comuni e familiari. Di contro, le case abbandonate, non sono il nido di nessuno. Volgendo il nostro sguardo troppo lontano ed ostinandoci a misurare le distanze, corriamo il rischio di disperdere la nostra attenzione limitata.
Rischiamo inoltre, di cadere nella trappola della superficialità: la quantità di esperienze che vale più della qualità. Dopotutto, per raggiungere una certa profondità, non si può che scavare a lungo nello stesso punto. Abbiamo davvero visto tutto quello che c'era da vedere intorno a noi? Probabilmente no. Tutto ciò che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno, viene catalogato ed archiviato come normale. Tutto è dato per scontato. Siamo in grado di percorrere centinaia di volte la stessa strada, senza mai aver notato un albero, una strada, una casa. Eppure è sempre stata lì, sotto ai nostri occhi; quegli occhi che erano troppo impegnati a guardare lontano.

E mentre mi trovavo in un albergo remoto, in un paese di cui non conoscevo la lingua, pensavo: Non vedrai mai gli alberghi della tua città.

Ma io, dopo che tutti quanti se n'erano andati, li ho visti.

Villaggio abbandonato nella nebbia

Autore: Mick

Tag: #abbandono #approfondimenti #important #italia #storia #urbex Pubblicato il: 17/08/2025 at 14:54
Torna alla Home