Tra le creste rocciose delle Alpi Apuane, si nasconde un'enigmatica cava di cemento ormai dismessa. Un tempo sito di estrazione mineraria, rappresenta adesso un luogo pacifico e suggestivo permeato da un'atmosfera surreale.
La via delle cave
Questo posto rappresenta una delle più suggestive destinazioni degli ultimi tempi. È sicuramente un'esperienza fuori dagli schemi, quella di percorrere le strade arroccate sui crinali rocciosi delle Alpi Apuane. In queste antiche vie, plasmate da secoli di erosione artificiale e da una forsennata attività estrattiva, non è raro imbattersi negli scheletri dei vecchi stabilimenti minerari ormai abbandonati.
Questa insolita "via delle cave" appare come una un'ostile zona fantasma; il lascito di una guerra secolare fra l'uomo e la montagna. Qui tutto sembra essere rimasto fermo a molte decine di anni fa. Le terribili ferite inferte alla roccia, che non possono rimarginarsi, si sono trasformate oggi in attrazioni turistiche per i curiosi, mentre i macchinari abbandonati assistono al passaggio dei viandanti, come sentinelle immobili e silenziose, divorate dalla ruggine.
Luna di cemento
Fra le innumerevoli cave di marmo tipiche della zona, durante gli anni di attività, la cava della luna spiccava senz'altro per la sua funzione anomala. Da essa, infatti, veniva estratto cemento che poi veniva lavorato all'interno del cementificio in rovina che costituisce, ad oggi, parte integrante della via d'accesso.
Inerpicandosi per il sentiero, si arriva quindi all'ingresso della struttura: un piccolo labirinto di graffiti e scale pericolanti, che conducono ad un'altra strada nascosta alle spalle dello stabilimento. Una volta all'interno, volgendo le spalle alla cava, si potrà godere di una vista vertiginosa a picco sulla valle sottostante. Fra le innumerevoli scritte lasciate sulle pareti, attira la mia attenzione un eloquente "cosa rimane?"

Cosa rimane?
La domanda trova immediatamente risposta. Del vecchio cementificio abbandonato rimangono soltanto le ossa, mentre della cava rimane soltanto l'enorme vuoto scavato nella roccia. Alla fine del sentiero, un tunnel artificiale conduce all'interno dell'immensa voragine che costituisce il buco della luna. Alcune pozze d'acqua, testimoni di un recente maltempo, riflettono l'anteprima di ciò che vedrò una volta all'interno di questo bizzarro cratere.
La prima impressione, è quella di essere precipitati all'interno di un gigantesco pozzo. Le pareti rocciose si restringono, circoscrivendo nettamente una porzione di cielo azzurro. Qui ogni suono è amplificato e riverbera in modo innaturale: da quello delle gocce d'acqua che cadono dalle rocce, al rumore del vento che penetra all'interno del buco, facendo il suo ingresso attraverso la stessa strada che percorrono gli esploratori. È una sensazione particolarmente suggestiva ed estraniante.

Il tempio del cemento
Esito un po' all'interno del perimetro. Guardo verso l'altro per ammirare quel pezzo di cielo che pende sopra la mia testa. Si dice che il momento migliore per visitare questo luogo sia di notte, quando la voragine è illuminata dalla pallida luce lunare. Da questo deriverebbe il suo nome.
Pur non avendo ancora sperimentato sulla mia pelle, non stento a credere che ciò corrisponda a verità. Seppure io riesca ad immaginare questo luogo brulicante di operai e macchinari intenti a scavare con veemenza nel ventre della montagna, riesco comunque ad accettare il fatto che adesso, questo luogo si sia trasformato in uno strano tempio del silenzio.
Esplorando l'area, si notano alcune installazioni in pietra colorate, simili a misteriosi totem appartenenti a qualche culto segreto. Per terra, ci sono altre pietre disposte a spirale, che ricordano vagamente dei simboli esoterici dal significato sconosciuto. Sparsi in giro, i segni evidenti di qualche recente bivacco.


Atterraggio sulla luna
Nonostante sia ben chiaro il motivo per il quale il nome cava della luna sia stato attribuito a questo luogo, nella mia mente esiste anche un'altra ragione. Guardando questo straordinario luogo dall'alto durante le mie riprese aeree, viene da pensare di stare per atterrare sulla superficie di un corpo celeste sconosciuto, un pianeta alieno prevalentemente roccioso, ricco di crateri dalle dimensioni straordinarie. In fondo a questi crateri si può trovare una vita misteriosa, lontana dalle concezioni umane e da tutto ciò che è compreso nella sfera del conosciuto. Mi avvicino al buco per fare le ultime riprese di quello che ha tutta l'aria di essere il mio personale allunaggio.
Osservo la luce che cambia colore, i riflessi sulle pozze d'acqua e la comparsa di qualche visitatore. Dopo qualche minuto di silenziosa contemplazione, scendo il sentiero, attraversando il cementificio fino ad arrivare alla strada. Per qualche strana ragione, l'atmosfera di questo luogo mi ha rigenerato. Sarà forse quella strana eco che ti avvolge, o forse la sensazione di trovarsi nel grembo della terra; non lo so. Si fa sera, torno a casa.