La casetta nel bosco

La casetta nel bosco

Lontani ricordi

Sono passati molti anni da quando l'ho vista la prima volta. Più di venti. Quando ero piccolo, quello era il percorso che mi portava a scuola. La casa era sempre lì: compariva d'inverno con il cadere delle foglie e scompariva d'estate, rimanendo in agguato, in attesa di essere scovata nuovamente con l'avvento della brutta stagione.

La montagna è una creatura vorace e protettiva; inghiotte e protegge tutto ciò che reclama. Ricordo dunque che, durante quei tragitti invernali, per una frazione di secondo riuscivo a vedere quella fatiscente e malinconica abitazione scorrere fuori dal finestrino. Il concetto di abbandono, all'epoca, era per me estraneo. Immaginavo che in quella piccola casa abitassero delle persone, forse una coppia di anziani. Ed ogni volta, nella mia testa, scorrevano automaticamente tristi scene di tranquilla ed ipotetica quotidianità. Un'altra struttura decadente segnalava, anche d'estate, il luogo in cui poco più sotto si trovava quella piccola casa.

I tempi che cambiano

Per molti anni non avevo più visto la casa, né questa era più ricomparsa nella mia mente. Nel frattempo, molte cose sono cambiate, ed io avevo iniziato la mia ricerca ed i miei continui pellegrinaggi fra i luoghi abbandonati. Una sera, improvvisamente, ecco che una strana lucidità la riporta a galla, perduta nel mare di ricordi accumulati in vent'anni. Un ricordo talmente offuscato che sarebbe potuto appartenere ad un vecchio sogno, ma sufficientemente definito da spingermi a partire. Decido dunque di muovermi il giorno successivo.

Tempo presente

La strada percorsa mi riporta, inevitabilmente, sul sentiero dei ricordi. Dietro al vetro dell'auto scorrono, come su pellicola, luoghi talmente familiari che l'impressione è quella di vederli per la prima volta. Paesaggi e scenari così scontati che non c'è mai stato bisogno di analizzarli.

Il viaggio dura poco più di un'ora. È inverno, ed il bosco è ammantato di un candido strato di neve congelata. Finalmente incontro il casolare decadente che dà sulla strada; significa che siamo vicini. Lo supero senza voltarmi in direzione del bosco per non rovinarmi la sorpresa.

Accosto poco più avanti e mi incammino con cautela. È una giornata di sole ma fa freddo. La neve ghiacciata rende i miei passi incerti. Mentre cammino penso che, a distanza di così tanti anni, la casa potrebbe essere stata ristrutturata o addirittura demolita. Potrei non trovare niente, oppure potrei imbattermi in un'abitazione di recente costruzione, con il camino fumante ed i nuovi proprietari al suo interno, impegnati ad affrontare il gelido inverno.

Sono vicino. Trovo un sentiero che conduce verso il bosco. Lo seguo.

La piccola casa dei ricordi

È passato meno di un minuto da quando ho lasciato la strada provinciale. Ed eccola lì: sola, immobile nel tempo ed ancora più fatiscente di come la ricordavo. Ma c'è.

Infinitamente più piccola di come me l'aspettavo e protetta da una vecchia rete da cantiere. Porte e finestre sono spalancate, rivelando una proprietà violata innumerevoli volte nel corso della sua esistenza che, per tale motivo, ha perso ogni sensibilità nei confronti di chi entra e chi esce. Dopo un rapido giro, decido di entrare. Naturalmente sapendo di non poter trovare anche solo una minima traccia di identità. Tuttavia, per me si tratta di un momento epocale; la chiusura di un cerchio, l'epilogo di un sogno rimasto a metà.

L'ingresso

Come previsto, l'interno della struttura non presenta che vuoto e devastazione. Tutto d'intorno ci sono soltanto macerie e pezzi d'intonaco. L'unico oggetto rimasto è, gettato in un angolo, la carcassa arrugginita di un vecchio frigo.

Ci sono in totale tre o quattro stanze tutte uguali. In fondo al corridoio, l'unica nota di colore è data dai resti di un vecchio bagno, anch'esso semidistrutto, nel quale è ancora presente un vasca colma di acqua congelata. Mi soffermo a fare alcune foto.

All'interno della casetta abbandonata nel bosco All'interno della casetta abbandonata nel bosco

Non c'è più niente da vedere ormai, ma insisto ancora un po' in questo luogo che, per più di vent'anni, è rimasto sepolto nella mia memoria. E all'improvviso mi tornano alla mente quelle giornate d'inverno, in cui la casa era a tratti visibile fra i tronchi degli alberi. E ripenso alle mattinate estive in cui provavo ad avvistarla senza successo, al mio sedermi di proposito sulla parte dell'autobus che dava proprio su quel lato di strada. Adesso il sole sta quasi per tramontare. Saluto la casa, e mi preparo per fare ritorno.


Autore: Mick

Tag: #abbandono #decay #important #urbex Pubblicato il: 18/08/2025 at 13:51
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