La base militare abbandonata

La base militare abbandonata

Alla ricerca della base militare abbandonata

Camminare è la parola d'ordine, quando si tratta di raggiungere posti come questo. Sperduto nel cuore dell'Appennino, in una zona in cui tutte le comunicazioni con l'esterno si interrompono, sono costretto a lasciare la mia auto per proseguire a piedi. C'è una sbarra in metallo, accompagnata da una segnaletica che raccomanda di non oltrepassare. Ci sono ancora quasi cinque chilometri da fare a piedi per raggiungere la mia destinazione, ma anche se alla fine del percorso non dovessi trovare niente, ne varrebbe la pena.

Un luogo remoto

Ignorando gli avvisi, inizio il mio percorso seguendo una vecchia strada asfaltata, ancora ben percorribile nonostante le ingiurie del tempo. Intorno a me, una sconfinata foresta incolta si estende per chilometri e chilometri senza mai finire. Sono isolato dal mondo. Le tracce degli ultimi passaggi si fanno sempre più remote a mano a mano che percorro la strada. La vegetazione si fa sempre più insistente ed invade la carreggiata, mentre l'asfalto inizia a nascondersi sotto ad uno spesso strato di foglie secche. Mi fermo saltuariamente ad ammirare il paesaggio circostante e a recuperare le energie. Il caldo si fa sentire.

Zona militare: divieto di accesso

La base militare abbandonata

Al termine del percorso, quando la strada si fonde in modo quasi indissolubile con la foresta, si para davanti a me un enorme cancello chiuso con una catena. Dietro, si possono scorgere i primi (ed unici) edifici della base. Un cartello, ancora ben visibile, intima ai visitatori di non accedere all'area, protetta da sorveglianza armata. Una recinzione imponente protegge la zona, che ricorda lo scenario di un racconto distopico: si tratta di un'area di grandi dimensioni, protetta dalle intrusioni con telecamere e filo spinato. Una prateria molto vasta, situata sulla vetta di una montagna, costellata di residui di antenne, impianti e vecchie strutture. Le immagini del drone rivelano un imponente ottagono di cemento, che sembra essere stato costruito erodendo la sommità della montagna, facendola così somigliare ad un dente spezzato.

Veduta aerea della base militare

Della sorveglianza armata nessuna traccia

Percorrendo esternamente il perimetro, trovo un punto di facile accesso. Mi addentro quindi nella zona. Esattamente come mi aspettavo, si tratta di una radura recintata e senza alberi. Solo un manto erboso ingiallito dal sole d'agosto. Una piccola torre di ferro, che forse un tempo serviva ad ospitare delle antenne, mi dà il benvenuto ergendosi fiera in questa insolita prateria. Poco più avanti ritrovo la strada, quella che avevo lasciato di fronte al grosso cancello. La seguo fino all'ottagono di cemento. Questa bizzarra costruzione doveva forse essere la base per una gigantesca torre radio. Adesso è soltanto un insolito palco, da cui si può godere di una vista mozzafiato sugli Appennini, mentre si è immersi in una pace così innaturale da sembrare sintetica.

Le strutture

C'è un solo piccolo complesso di edifici, che si affacciano sul fianco della montagna, a ridosso della foresta. Sono sigillati e protetti da alcune telecamere che, a prima vista sembrano funzionanti e di recente installazione. Dalle finestre e dalle porte a vetri si intravedono alcune stanze, rivelando dei locali completamente vuoti e trascurati. Tuttavia, l'impressione è quella che ci siano ancora alcune sporadiche attività che si svolgono di tanto in tanto all'interno della base; l'aspetto non è quello di un luogo trascurato da oltre sessant'anni. Ogni possibile ingresso è sigillato con cura, ogni angolo sotto gli occhi delle telecamere. Tutto lascia pensare che possa esserci anche un sistema d'allarme ancora in funzione, perciò mi limito soltanto ad esaminare con calma il perimetro esterno.

Base ottagonale di cemento Le strutture della base militare

Gli ospiti

Prima di andarmene, mi dirigo verso le zone periferiche di quest'area recintata, con l'intenzione di esplorare quel confine sottile che separa la base militare dalla vegetazione, che lentamente ha iniziato la sua avanzata verso l'interno. Nell'angolo più remoto, mi imbatto nell'unico abitante della zona: un gigantesco cervo, che pare fare la guardia ad un piccolo rudere ormai soffocato dai rampicanti. Me ne vado come un ospite sgradito, lasciando la natura fare il suo corso, all'interno di un'area militare dimenticata dal mondo.

Un po' di storia

Questo luogo, costruito nei primi anni '20 del novecento, è stato per molto tempo un punto di riferimento a livello nazionale e globale per le rilevazioni meteorologiche dell'aeronautica militare. La stazione è rimasta in funzione fino agli anni '60, prima di essere trasferita in un altro luogo, dove è attiva ancora oggi la rilevazione e la trasmissione di dati climatici, al fine di fornire importanti indicazioni per la navigazione aerea militare e civile. Secondo alcuni, nonostante l'apparente stato di abbandono, qui si starebbero svolgendo tuttora alcune attività di monitoraggio. Saltuariamente, vengono effettuate ronde da alcuni addetti ai lavori, che si recano alla base, probabilmente per verificare la condizione delle strutture o il funzionamento di alcune apparecchiature. Non sappiamo se queste voci siano fondate o meno; per il momento, rimarrà un mistero.


Autore: Mick

Tag: #urbex #italia #abbandono #esplorazione Pubblicato il: 16/08/2025 at 22:52
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